BERTO FOR FROM OWL: #INTERVIEW

Vi ricordate l’esatto momento in cui avete deciso di diventare fashion designer?

Tutto è cominciato nel 2013. Noi (Filippo Tommasini e Alberto Ziveri, amici fin dall'infanzia) avevamo deciso di iniziare a stampare alcune illustrazioni che avevamo fatto insieme a Marco Gherri (cugino di Filippo) su alcune t-shirt: ne abbiamo fatte 60 e le abbiamo vendute tutte. Da quel momento abbiamo capito che potevamo fare qualcosa di più sofisticato, con l'aiuto di altri amici: Luca Rovelli, Luciana Dal Zio, Lorenzo Maestri, Luca Marocchi e Matteo Costa (tutti già parte della nostra squadra, in realtà). Abbiamo iniziato a imparare come funziona il processo, abbiamo comprato i primi tessuti ed elaborato le prime idee. Ciò che è importante da dire è che non siamo stilisti di moda, siamo studenti di economia con diverse passioni (sport, web design, fotografia, moda e innovazione), ma non siamo in grado di progettare. Facciamo brainstorming insieme sulle nuove idee e lavoriamo con il nostro team per poterle sviluppare. Questo è probabilmente il nostro vantaggio: raccogliamo idee nella nostra ignoranza, senza essere limitati dai "dogmi di progettazione".
Il Denim di Berto è il migliore. Come lo vogliamo, senza compromessi.
 
Qual è stato il vostro primo progetto?
 
Il primo progetto è stato nel 2014 con la nostra prima collezione per l’estate 2015. Ogni nuova collezione porta con sé innovazioni e miglioramenti provenienti dalle collezioni precedenti.


Il processo creativo: lavorate in modo istintivo o pianificate ogni singolo piccolo passo? Da dove vengono le vostre idee?

Diciamo che lavoriamo e pianifichiamo in modo istintivo. Il nostro obiettivo è solo quello di fare ottimi prodotti. Così, per esempio, se abbiamo in programma di fare una giacca, ma il risultato non è soddisfacente, non andiamo oltre. La nostra ispirazione viene dal nostro paesaggio e dalla nostra la città (Parma), dalla natura e dalle nostre tradizioni (a volte le ispirazioni arrivano anche dal cibo!). Non ci ispiriamo mai ad altri brand.


Come è nata la vostra collaborazione con Berto?

Abbiamo contattato l’azienda nel 2015. Siamo stati molto contenti di trovare un fornitore affidabile e di qualità per il denim.


Quali tessuti di Berto avete utilizzato per il vostro progetto e la vostra collezione?

All’inizio abbiamo lavorato con Dandy Blue poi con Ranger Blue.


Qual è la parte più significativa di questo progetto secondo voi? Che cosa siete stati in grado di raggiungere grazie a questo programma?

Berto produce il miglior denim. Abbiamo trovato un materiale durevole e bello, che soddisfa sempre le nostre esigenze in termini di qualità e anche di prezzo. Si tratta di un jeans senza compromessi, come vogliamo.


“Less but butter” può essere letto come l’approvazione di un certo grado di purezza nel design ma anche nel fashion design. Può anche essere inteso come un messaggio ambientale sulla riduzione e la sostenibilità. Cosa ne pensate?

Pensiamo che l'ambiente deve essere sempre tenuto presente sia nel settore tessile che in quello dell’abbigliamento. Siamo ancora piccoli e giovani così la nostra impronta ecologica è molto molto bassa, ma controlliamo già ogni volta se i tessuti sono eco-compatibili o meno. Tuttavia, i nostri imballaggi per esempio, sono tutti realizzati con carta riciclata.


C'è qualcosa che vorreste fare e che non avete ancora fatto?

Abbiamo sempre grandi progetti e idee in mente. Il problema è sempre di massimizzare il bilancio al fine di creare prodotti innovativi con una qualità senza compromessi. Tuttavia, non possiamo rivelare i prossimi progetti, ma siamo abbastanza sicuri che il denim Berto sarà incluso nella prossima collezione invernale XVII.




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